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Salviamo la Costituzione
Un incontro con Armando Spataro
di Giuseppe Poliani


“Per quello che importa a noi, la domanda è: se ai barbari è necessaria una spettacolarizzazione del gesto, come mai sono arrivati all'assurdo di eliminare proprio il punto più spettacolare dei quel gioco, cioè il talento individuale, o addirittura il marchio dell'artista, e cioè del numero 10?
Perché vanno a colpire proprio il punto in cui quel gesto sembra assumere la sua dimensione più alta, più nobile, più artistica? Non è una domanda solo calcistica, perché, come oramai incomincerete a capire, è un fenomeno che possiamo trovare in quasi tutti i villaggi saccheggiati dai barbari.
Vanno dritti dove è il cuore più alto della faccenda, e distruggono. Perché?”


(Da: "I Barbari", di A. Baricco, la Repubblica del 15/6/2006).

Armando Spataro Armando Spataro Armando Spataro
Armando Spataro

Armando Spataro Procuratore della Repubblica a Milano, ha tenuto ieri sera un'appassionata conferenza pubblica sulle ragioni per votare NO al referendum del 25 giugno prossimo sulle nuove modifiche costituzionali volute dal centrodestra.

Al tavolo degli organizzatori con Spataro erano presenti Rosella Stucchi presidente dell'ANPI di Monza e del comitato “Salviamo la Costituzione” di Monza e Brianza, l'assessore Fabio Maggioni per la giunta comunale e Silvia Buzzelli docente di diritto alla Università di Milano Bicocca.
Rosella Stucchi esordisce raccontando di come la gente non voglia questa riforma, dell'entusiasmo di tutti i partecipanti al Comitato, tutti super attivi nell'organizzazione della campagna di raccolta firme e di sensibilizzazione, che terminerà a Monza in piazza Roma il 23 sera a partire dalle 18,30 (anche a Milano verrà tenuta una festa di chiusura il 22 giugno dalle 18,30 con Elena Paciotti e Oscar Luigi Scalfaro).
Si dichiara particolarmente felice della collaborazione di Silvia Buzzelli il cui padre era stato grande amico del suo: entrambi nella Resistenza, e poi nella vita politica cittadina e nazionale.
La presidente auspica inoltre una decisa presa ufficiale di posizione sul tema del referendum da parte dell'amministrazione comunale.

Dopo i ringraziamenti e le assicurazioni in merito da parte dell'assessore Maggioni, Silvia Buzzelli ci introduce al tema, citando una preoccupante affermazione di Gianfranco Miglio, il cosiddetto ideologo della Lega, ancora allo stato nascente, frase che riletta oggi ancora fa paura, nella quale si definisce la Costituzione come un patto fra vincitori e vinti e non una carta fondamentale, scritta a più mani da diverse culture, quale mappa quotidiana del vivere civile e sociale.
Alcuni autorevoli costituzionalisti hanno definito addirittura “sovversivo” questo nuovo federalismo (devolution) capovolto, che disgrega anziché unire.
Secondo Silvia Buzzelli c'è una ratio ideologica alla base di tutte queste modifiche costituzionali che mira a recidere le radici alle quali la Costituzione repubblicana è ancorata: il legame Repubblica-Democrazia-Lavoro tenuti insieme dal principio di uguaglianza, dalla storia di liberazione nazionale e da qualcosa di ancora più antico: il 1789, quando in Francia si invitò a vigilare sulla Costituzione, come anche noi oggi siamo chiamati a fare, per evitare la distruzione del sistema costituzionale e dei diritti acquisiti che, come si sa, con molta fatica si conquistano ma molto facilmente si possono perdere.
Per noi il figlio dell'operaio deve avere le stesse opportunità del figlio del dirigente.

A questo punto prende la parola Armando Spataro che entra nella devastante riforma proposta dal centrodestra con la lente di ingrandimento per mostrarci il dettaglio del disastro, senza tralasciare di informare come tra pochi giorni, in virtù della nuova riforma Castelli sulla giustizia, il suo schierarsi come oggi sta facendo diventerà illegittimo e passibile di provvedimento disciplinare.

Spataro abbozza uno scenario di questi cinque anni di governo Berlusconi che delineano lo sfondo e le ragioni di questa riforma costituzionale scellerata ma calcolata.
Tralasciando lo sciame di insulti che sempre ha accompagnato l'azione del governo, Spataro si sofferma sui fatti: legge sull'impunità (Schifani), legge sul legittimo sospetto, leggi sulle rogatorie internazionali e delibera del Parlamento su come interpretare questa legge, riforma della giustizia dopo la dichiarazione di incostituzionalità della legge Schifani e dopo che i giudici vanno avanti senza timore, continui attacchi alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale, al Presidente della Repubblica Ciampi, e gran finale con approvazione della riforma.
Attraverso i quattro passaggi parlamentari, dove neppure un emendamento viene discusso dalla maggioranza, obbligata al voto di fiducia senza conoscere la riforma presentata in via definitiva la mattina stessa del voto la cosiddetta devolution viene approvata!

In una progressione antidemocratica, questa riforma rappresenta la punta dell'iceberg di un potere sempre più insofferente ai controlli, che non sa bene o non vuole distinguere fra potere esecutivo e amministrazione della giustizia e, come un nuovo Napoleone, tenta di governare sia il paese sia giustizia (… i giudici non possono giudicare gli eletti dal popolo…).

Ecco secondo il procuratore di Milano i principali punti critici della riforma:
  • Il rapporto stato/regioni va in senso disgregativo;
  • Il bicameralismo perfetto di oggi viene smantellato e la funzione legislativa viene sabotata (l'etica repubblicana è violata);
  • I poteri del primo ministro sono sproporzionati rispetto al resto della riforma e si crea un'autonomia che arriva fino ad un rapporto di fiducia compromesso fra premier e parlamento con un possibile ricatto sul parlamento stesso da parte del premier per i 5 anni della legislatura;
  • I componenti della Corte Costituzionale sono sbilanciati in quanto aumentano le nomine parlamentari e quindi politiche.
Armando Spataro conclude un po' perplesso sui buonisti dell'ultima ora, sia del centrodestra sia del centrosinistra: alle nuove tigri di carta, dice, dobbiamo dire che questa non è solo una riforma ma rappresenta un'altra Costituzione neppure paragonabile alla Costituzione del 1948 e bisogna votare su questo fatto !
Hanno sconvolto tutto, e non si può sostituire questa riforma ad una Costituzione scritta col sangue, per dirla con le parole di Calamandrei.

Giuseppe Poliani


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  16 giugno 2006